La rimozione è il processo più frequentemente utilizzato per le bonifiche ambientali, perché le fonti di esposizione vengono eliminate, ed inoltre, non occorre effettuare cautele specifiche alle attività svolte nell’edificio.
La rimozione come metodo di bonifica ambientale, tuttavia, presenta alcuni svantaggi: i lavoratori sono esposti ad elevati livelli di rischio, in quanto dalla rimozione hanno origine dei contaminanti ambientali, quantitativi di rifiuti tossici e nocivi, che richiedono lo smaltimento in determinati depositi, tempi lunghi di lavorazione e costi molto elevati.
Il confinamento prevede l’installazione di una barriera a tenuta che divida l’amianto dalle aree occupate dell’edificio. Per evitare che le fibre vengano rilasciate all’interno di tali aree, il processo deve essere accompagnato da un trattamento incapsulante.
Il vantaggio è quello di creare una barriera resistente agli urti. I costi per il confinamento delle aree da bonificare sono accessibili se l’intervento non richiede lo spostamento di impianti, quali elettrici, termoidraulici e di ventilazione. È pertanto necessario stilare un programma di controllo e manutenzione.
L’incapsulamento è un trattamento per bonifica dell'amianto che utilizza prodotti penetranti o ricoprenti, che permettono di inglobare le fibre di amianto creando una pellicola di protezione sulla superficie da bonificare.
I costi ed i tempi di intervento sono più contenuti rispetto alla rimozione, inoltre, senza applicare un materiale sostitutivo non vengono prodotti rifiuti tossici. Con l’incapsulamento il rischio è minore per i lavoratori addetti e per l’ambiente. L’unica verifica di cui necessita è un programma di controllo e manutenzione, in quanto l’incapsulamento può essere danneggiato.